di: Andrea Casadio, Enrica Cavina, Elena Rambaldi
pubblicato: marzo 2004
dalla presentazione del libro di Massimo Baioni e Roberto Balzani:
“La materiale redazione della storia di una città o di un paese può avere molti obiettivi: porsi come un tentativo di recuperare una memoria erudita tradizionale, mettere in evidenza i punti di contatto tra la “piccola storia locale” e quella, più grande, della nazione; o, ancora, cercare di capire le specificità, le peculiarità di un luogo nel più ampio contesto di un territorio (provinciale o regionale). Ebbene, la vicenda di Mezzano e del suo territorio non poteva non seguire, anzitutto, questa terza via. E ciò per un motivo fondamentale: questa borgata rurale, poco più che una traccia sulle mappe fino al Settecento, è riuscita, tra XIX e XX secolo ad acquisire una propria identità inconfondibile, utilizzando consapevolmente e massicciamente lo strumento dell’associazionismo e della mobilitazione collettiva: nelle strutture economiche, in politica, nella vita civile”
….
“Per questo motivo, il racconto del percorso compiuto dalla comunità nell’ultimo secolo non poteva essere fatto seguendo i tradizionali standards della storia urbana: doveva porsi l’obiettivo di fondere , in una inedita e pervasiva dimensione collettiva, i momenti della crescita sociale e dei mutamenti produttivi: i nuovi miti, i nuovi gusti e i nuovi consumi emergenti, con le forme di organizzazione della vita di borgata legata alle reti non solo delle famiglie, ma dei circoli, del sindacato, delle cooperative.”
….
“Al termine di un secolo così denso di conquiste, di lotte e di trasformazioni per il territorio e per la sua comunità, il momento della riflessione corale si impone come un passaggio obbligato. Per capire se lo slancio solidaristico e l’impegno politico e sociale rappresentino un capitale di energie e di scelte ancora in grado di modellare l’identità degli uomini e delle donne che abitano questo territorio”