Centenario di Giulio Ruffini

Giulio Ruffini

“Un testimone del nostro tempo”

L’artista: chi era Giulio Ruffini

Giulio Ruffini, avendo precocemente dato segni di particolari predisposizioni per il disegno, inizia, nel 1942, a frequentare la Scuola di Arti e Mestieri di Cotignola diretta da Luigi Varoli.

La sua attività artistica vera e propria inizia nel secondo dopoguerra e ottiene ben presto riconoscimenti: vince il Premio Diomira di Milano (1951) e il Premio Suzzara (1952) con opere di impegno sociale che lo assimilano al filone neorealista.

Nel 1953 ottiene il primo premio alla biennale romagnola di Imola.

Nel 1954 allestisce la sua prima personale a Bologna ed è presente alla Biennale di Venezia. Inizia il ciclo delle “Crocefissioni” che nell’analizzare smembramenti e deformazioni si incanalano, in alcuni casi, verso il filone dell’Informale.

Nel 1955 partecipa alla Quadriennale di Roma ed è premiato alla “Mostra della Resistenza” di Ferrara. Inizia a frequentare Mattia Moreni, un’amicizia che durerà per tutta la vita e che gli consente di essere suo ospite in diverse occasioni a Parigi; e la sua pittura realista registra sempre più occasioni di dialogo con la poetica informale.

Nel 1957 inizia ad insegnare al Liceo Artistico di Ravenna.

Verso la metà degli anni Sessanta Ruffini abbandona caratterizzanti colori scuri e dimessi a favore di tonalità più accese e introita nella sua narrazione pittorica elementi desunti dal nuovo paesaggio metropolitano e dai suoi simboli più riconosciuti e divulgati artisticamente dalla Pop Art: cartelli stradali, righe pedonali e automobili. È il ciclo degli “Incidenti” che denunciano i danni del consumismo, l’industrializzazione, una omologazione dilagante e, in fondo, la fine della civiltà contadina e di quella – a volte anche retorica ma fortemente sentita – etica del lavoro e della fatica che era stata il perno centrale del suo lavoro.

Nel 1967 partecipa per la prima volta al Premio Campigna di Santa Sofia e l’anno successivo Raffaele De Grada cura la sua prima grande monografia.

Dalla fine degli anni Sessanta Ruffini torna decisamente a opere figurative abbandonando estremizzazioni espressionistiche e affidando alle sue immagini valori simbolici e allegorici: tra realtà e memoria.

Si dedica alle serie “Scomparsa della Romagna”, “Monumenti” (alla madre, al contadino…), “Rovine” e “Archeologie”. Un certo surrealismo si insinua nelle sue opere.

Nel 1971-72 espone a Milano e a Rimini.

Mostre antologiche vengono allestite nel 1973 a Faenza (presentata da Francesco Arcangeli), a Lugo e ad Alfonsine nel 1988 e nel 1997 a Ravenna.

Nel 1999 le sue incisioni, nelle quali ha continuato ad esprimere un impegno e una critica sociale, vengono esposte a Bagnacavallo e donate al suo Comune di nascita.

Progetto dedicato all’artista Giulio Ruffini

in occasione del centenario della nascita 1921-2021

«Giulio Ruffini è come il sale; le sue opere insaporiscono le case, gli uffici e i ristoranti di Ravenna».

Le parole di Gianni Morelli, pronunciate in occasione della mostra antologica del 1997/98 presso la Pinacoteca Comunale (Loggetta Lombardesca), rendono onore ad uno degli artisti contemporanei più importanti per Ravenna e il suo territorio.

A distanza di vent’anni da tale evento e in seguito alla morte del pittore, avvenuta nel 2011, per volontà della Famiglia Ruffini e con la collaborazione dell’Associazione Culturale “Percorsi”, del circolo ARCI di Mezzano, dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e del Comune di Ravenna si sta realizzando un progetto volto a preservarne le opere e la memoria.

A questo progetto lavora un gruppo di coordinamento composto dall’Associazione “Percorsi”, dal circolo ARCI di Mezzano, dalla Famiglia Ruffini e dalla Coordinatrice Didattica dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna Paola Babini e da Paolo Trioschi per il Comune di Ravenna.

Le iniziative legate a questo progetto hanno il patrocinio della Regione Emilia Romagna e dei Comuni di Ravenna, Bologna, Faenza, Bagnacavallo e Lugo.

Sono variegate le attività legate a questo progetto: una serie di mostre delle opere dell’artista, una tesi di laurea, il recupero di alcune sue opere dalla attuale collocazione, la catalogazione di tutte le sue opere e l’intitolazione di una via o di un luogo della cultura.

Mostre delle opere

Il progetto prevede, nel corso del 2021 e del 2022, una serie di esposizioni delle opere di Ruffini nei Comuni che più di altri sono legati alla sua storia artistica:

  • Bagnacavallo presso il “Museo Civico delle Cappuccine”. “Giulio Ruffini. L’epica popolare e l’inganno della modernità 1950-1967”
  • Bologna presso “Palazzo d’Accursio”
  • Faenza presso la galleria espositiva del “Voltone della Molinella”
  • Lugo presso le “Pescherie della Rocca”
  • Rimini (in sede da definire)
  • Ravenna (in sede da definire)
Ogni mostra approfondirà un diverso aspetto artistico della straordinaria produzione dell’artista.
Tesi di Laurea

E’ destinata a laureandi e vede il coinvolgimento dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e dell’Università di Bologna.

È volontà degli organizzatori istituire un premio per una tesi di approfondimento sugli aspetti motivazionali di Giulio Ruffini, della sua poetica, del suo percorso artistico e dei vari periodi di produzione, cercando di ricomporre il variegato quadro costituito dalle riflessioni e dagli studi prodotti dalla critica.
Ulteriori obiettivi del progetto

Il pannello sulla “Battaglia del Risorgimento” realizzato da Ruffini verrà trasferito al nuovo Museo del Risorgimento di Ravenna, a Palazzo Guiccioli in via Cavour 54

Il graffito “Evoluzione città di Ravenna”, commissionata a Ruffini direttamente dalla Banca d’Italia, verrà trasferito dall’immobile Banca d’Italia di Ravenna al Comune di Ravenna

Verrà intitolata all’artista una strada/piazza/aula/scuola nei comuni di Bagnacavallo e Ravenna (Ruffini è stato cittadino di Bagnacavallo fino al 1973, poi è diventato cittadino di Ravenna)

Catalogazione delle Opere

Si è trattato di una attività necessaria e che ha richiesto un lavoro molto meticoloso; è iniziata nel 2018 e si è conclusa nel 2019, in due fasi: le opere ancora presenti nell’abitazione del pittore e poi quelle acquistate/donate da/a enti/privati.

Prima fase: il Comune di Ravenna, in collaborazione con il Campus di Ravenna (Università di Bologna) ha avviato tirocini formativi post laurea con l’obiettivo di effettuare una ricognizione dei lavori presenti nell’abitazione del pittore romagnolo, sita a Mezzano e l’archiviazione delle opere più significative dell’artista.

Si è quindi provveduto a schedare le opere individuate e a suddivise per tecniche di realizzazione (incisioni, litografie, disegni, oli, tempere, acquerelli) e infine catalogate per mezzo di un programma pc-based.

A conclusione dello stage, durato da aprile a luglio 2018, è stato realizzato un repertorio contenente i connotati descrittivi e semantici delle opere presenti nell’atelier; l’ordinamento e l’organizzazione di questo corpus artistico, nonché la possibilità di navigarlo per tematiche, potranno coadiuvare i futuri progetti espositivi.

Seconda fase: La fama dell’artista, tuttavia, ha fatto sì che una parte della sua produzione trovi diffusione presso privati, banche, enti ed associazioni, mediante vendite, donazioni o scambi.

I promotori hanno tracciato e localizzato questi lavori e così è nato un “Archivio itinerante Giulio Ruffini”, realizzato durante il secondo stage del 2019, attivato sempre in collaborazione con il Campus di Ravenna dell’Università di Bologna e il Comune di Ravenna.

A conclusione delle celebrazioni, i due archivi così costituiti potrebbero confluire nel PatER, il catalogo del patrimonio culturale dell’Emilia Romagna, rendendo fruibile e visibile l’intero patrimonio da parte del pubblico.

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